martedì 27 dicembre 2016

step 06 - Il ciliegia nella scienza

I colori non sono altro che manifestazioni energetiche di particelle elettromagnetiche capaci di essere percepite dal nostro occhio e decodificate dal cervello. Anche le onde radio, i raggi X, gli infrarossi o l’ultravioletto che ci abbronza, sono manifestazioni di onde elettromagnetiche, ma non percepibili dai nostri occhi.


I colori in realtà non sono altro che lunghezze d’onda oppure vibrazioni con maggiori o minori frequenze: vengono percepiti dai fotoricettori centrali del nostro occhio (i coni), trasformati in segnali bioelettrici, inviati al cervello che si occupa di tradurli e interpretarli per fornirceli così come noi li vediamo (e crediamo che siano).
Lo studio del colore ha interessato generazioni di studiosi. Da Platone a tutto il medioevo le ipotesi e le teorie si sono moltiplicate, ma il fondatore della moderna scienza del colore è considerato l’inglese Isaac Newton (1642-1727).

Newton osservò che un raggio di luce bianca se fatto passare attraverso un prisma di cristallo veniva scisso in un arcobaleno di colori. Ciò è dovuto al fatto che energie con lunghezze d’onda diverse vengono rifratte in modo diverso quando attraversano “mezzi” di densità diverse e quindi con diverse propagazioni d’onda.





La luce  bianca attraversando un "mezzo" viene scissa nei colori dell'arcobaleno.

Newton descrisse l’arcobaleno con 7 colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Il numero sette venne scelto più per relazione che per basi scientifiche. Allora erano sette i pianeti conosciuti e sette sono le note musicali.
 Spesso i colori vengono identificati con lunghezza d’onda o frequenza. Sono due metodi di misurazione che descrivono il medesimo fenomeno con parametri diversi. Il primo misura in milionesimi di millimetro la distanza tra una cresta e l’altra dell’onda elettromagnetica. La frequenza misura il numero di onde che passano per lo stesso punto in un secondo. Alte frequenze corrispondono a lunghezze d’onda inferiori, infatti l’una è inversamente proporzionale all’altra.

I colori percepibili partono dal violetto, con una lunghezza d’onda pari a 380/450 nm, si passa al blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo (570/590 nm) all’arancione (590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).

Per quanto riguarda la fisica il rosso è descrivibile attraverso il modo in cui lo percepiamo, cioè attraverso la sua lunghezza d' onda : è il colore che nello spettro visibile ha una frequenza compresa tra i 400 e i 484 THz è una lunghezza d'onda variabile tra 620  e i 750 mm.

Lo studio sulla ciliegia, infatti, ha visto anche la partecipazione del prof. Renzo Luisi, turese e Ordinario di Chimica presso l’Università di Bari, e della Prof.ssa Pinarosa Avato, Ordinario di Farmacognosia e coordinatrice del corso di studio in Scienze e tecnologie erboristiche e dei prodotti per la salute sempre presso l’ateneo barese. Da questa interessante collaborazione tra  è emerso che la ciliegia è ammessa dalla nostra legislazione e da quella europea (Lista Belfrit) in preparati d’integrazione per favorire la diuresi. Non a caso, alcuni pannelli espositivi riportavano la pubblicità di un prodotto americano a base di ciliegia ed oppio, il “Cherry Pectoral” del farmacista americano Ayer, in commercio negli Stati Uniti dal 1843 per circa un’ottantina di anni. II prodotto, utilizzato per la cura di brochiti, pertosse, tubercolosi e mal di gola.



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