I colori non sono altro che manifestazioni energetiche di
particelle elettromagnetiche capaci di essere percepite dal nostro occhio e
decodificate dal cervello. Anche le onde radio, i raggi X, gli infrarossi o l’ultravioletto
che ci abbronza, sono manifestazioni di onde elettromagnetiche, ma non
percepibili dai nostri occhi.
I colori in realtà non sono altro che lunghezze
d’onda oppure vibrazioni con maggiori o minori frequenze: vengono
percepiti dai fotoricettori centrali del nostro occhio (i coni), trasformati in segnali
bioelettrici, inviati al cervello che si occupa di tradurli e interpretarli per
fornirceli così come noi li vediamo (e crediamo che siano).
Lo studio del colore ha interessato generazioni di studiosi.
Da Platone a tutto il medioevo le ipotesi e le teorie si sono moltiplicate, ma
il fondatore della moderna scienza del colore è considerato l’inglese Isaac
Newton (1642-1727).
Newton osservò che un
raggio di luce bianca se fatto passare attraverso un prisma di cristallo veniva
scisso in un arcobaleno di colori. Ciò è dovuto al fatto che energie con
lunghezze d’onda diverse vengono rifratte in modo diverso quando attraversano
“mezzi” di densità diverse e quindi con diverse propagazioni d’onda.
La luce bianca attraversando un
"mezzo" viene scissa nei colori dell'arcobaleno.
Newton descrisse
l’arcobaleno con 7 colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e
violetto. Il numero sette venne scelto più per relazione che per basi
scientifiche. Allora erano sette i pianeti conosciuti e sette sono le note
musicali.
Spesso i colori vengono identificati con lunghezza
d’onda o frequenza. Sono due metodi di misurazione che
descrivono il medesimo fenomeno con parametri diversi. Il primo misura in milionesimi
di millimetro la distanza tra una cresta e l’altra dell’onda elettromagnetica.
La frequenza misura il numero di onde che passano per lo stesso punto in un
secondo. Alte frequenze corrispondono a lunghezze d’onda inferiori, infatti
l’una è inversamente proporzionale all’altra.
I colori percepibili
partono dal violetto, con una lunghezza d’onda pari a 380/450 nm, si passa al
blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo (570/590 nm) all’arancione
(590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).
Per quanto riguarda la
fisica il rosso è descrivibile attraverso il modo in cui lo percepiamo, cioè
attraverso la sua lunghezza d' onda : è il colore che nello spettro visibile ha
una frequenza compresa tra i 400 e i 484 THz è una lunghezza d'onda variabile
tra 620 e i 750 mm.
Lo studio sulla ciliegia,
infatti, ha visto anche la partecipazione del prof. Renzo Luisi, turese e
Ordinario di Chimica presso l’Università di Bari, e della Prof.ssa Pinarosa
Avato, Ordinario di Farmacognosia e coordinatrice del corso di studio in
Scienze e tecnologie erboristiche e dei prodotti per la salute sempre presso
l’ateneo barese. Da questa interessante collaborazione tra è emerso che la ciliegia è ammessa dalla
nostra legislazione e da quella europea (Lista Belfrit) in preparati
d’integrazione per favorire la diuresi. Non a caso, alcuni pannelli espositivi
riportavano la pubblicità di un prodotto americano a base di ciliegia ed oppio,
il “Cherry Pectoral” del farmacista americano Ayer, in commercio negli Stati
Uniti dal 1843 per circa un’ottantina di anni. II prodotto, utilizzato per la
cura di brochiti, pertosse, tubercolosi e mal di gola.
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