mercoledì 21 dicembre 2016

Step 04 - Il ciliegia nel mito






Fin dall’antichità classica, le ciliegie fanno parte dell’alimentazione umana già da millenni, e sono state oggetto di disputa soprattutto tra romani e greci. I primi affermavano che sia stato  Licinio  Lucullo, luogotenente di Silla, a portare a Roma questo gustoso frutto, mentre i greci attribuivano il merito ad Alessandro Magno che aveva fatto conoscere per primo le saporite ciliege di Mileto, in Asia Minore.
Molteplici sono miti legati alla pianta del ciliegio. Plinio il Vecchio ci dice che venne importata dall’attuale Turchia a Roma nel 72 a.C. e da qui la coltivazione si diffuse in tutto l’impero, nell’ età romana le ciliegie erano un frutto pregiato

Nel 1400 questo frutto ebbe anche l’onore di essere rappresentato in diversi quadri di soggetto sacro e vanta anche un santo patrono: san Gerardo dei Tintori la cui ricorrenza cade il 6 giugno.

Sono citate anche in poesie di Garcia Lorca e di Pablo Neruda e protagoniste di vari detti popolari, notissimo “una ciliegia tira l’altra” e in Liguria “magiu u porta l’asagiu, giügnu cerèije au pügnu”. Nel 1700 se ne diffonde la coltivazione in tutta Europa e nel 1933 si ha notizia della prima sagra dedicata alla ciliegia svoltasi a Marostica..
Nella mitologia greca era la pianta sacra a Venere e i suoi frutti furono simbolo di fortuna per gli innamorati. Addirittura in Sicilia si dice che le dichiarazioni d’amore fatte sotto un ciliegio sono sempre fortunate.
Gli antichi Romani se ne innamorarono e la celebrarono largamente nella Villa di Poppea, dove sono raffigurati uccelli che si cibano di ciliegie.
Le leggende Sassoni raccontano che gli alberi di ciliegio ospitino delle divinità che proteggono i campi. In Finlandia dicono che il colore rosso di questo frutto sia il simbolo del peccato. Nel folklore inglese pare che sognare un albero di ciliegie presagisca sfortuna, mentre se ci spostiamo a Oriente in Cina il ciliegio rappresenta la bellezza femminile, in Giappone il ciliegio è addirittura sinonimo di prosperità, tanto da diventare simbolo nazionale fornendo anche una spiegazione per il colore rosa dei suoi fiori: sembra che in origine fossero bianchi, ma dopo che i samurai caduti in battaglia vennero sepolti sotto gli alberi di ciliegio i petali divennero rosa a causa del sangue dei valorosi guerrieri; anche i samurai che decidevano di suicidarsi pare scegliessero di farlo proprio sotto questi alberi.
Anche nell’arte, la ciliegia ha affascinato numerosi artisti, tra cui Tiziano, il quale realizzò un dipinto ad olio su tela raffigurante la “Madonna della Ciliegie”, Paul Cézanne, che la raffigurò nel dipinto” Natura morta  con ciliegie”









ma non possono mancare all’appello anche altre numerose opere d’arte che testimoniano come la ciliegia fosse tra i frutti più importanti del 1400, infatti è rappresentata sulla tavola dell’Ultima cena del Ghirlandaio, nella Madonna della Candeletta del Crivelli e nella Madonna del libro del Botticelli, nelle stampe del Remondini e nelle ceramiche degli Antonibon.









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